Quando una persona ci lascia, ogni parola appare fuori posto. Danno una momentanea consolazione, ma non riescono a colmare la sensazione di un vuoto pesante.
Eppure, Fabrizio Forquet, Vice-Direttore del Sole 24 Ore, aveva fatto delle parole, accurate e mai fuori posto, il mezzo primario con cui raccontare il mondo. Con professionalità, sobrietà, competenza. In questo mondo “social” e pieno di parole, non tutti possono dire di vantare le stesse virtù.
Fabrizio era anche il Direttore del Master LUISS-Sole 24 Ore in Management Politico e uno dei più brillanti giornalisti economici nel panorama italiano. Ha scritto di Europa, di Italia, di presente e di futuro. Se ne è andato oggi a soli 48 anni, vinto da un malore che lo aveva colpito improvvisamente due settimane fa e che non gli ha concesso scampo, lasciando la moglie e quattro figli.
Tragedie come queste ci rammentano, con dolore, che nessuno dei nostri giorni è scontato. Ci rammentano anche che ogni giorno va vissuto con pienezza, creando valore per sé e per altri, contribuendo al benessere collettivo, lasciando una impronta ben visibile nella società. Vivendo una vita larga, che non è necessariamente lunga.
La morte non ha mai l’ultima parola di fronte alla vita che ciascuno di noi è in grado di sprigionare mettendo in campo tutto il proprio capitale umano.
Riempiamo il mondo di parole di costruzione e non di distruzione. Riempiamolo dei valori che Fabrizio incarnava. Riempiamolo di vita.
Ciao Fabrizio, fai buon viaggio.